Quando si pensa ai canyon la mente corre subito ai fenomeni naturali d’oltreoceano! Per esempio quelli canadesi del Québec, ma soprattutto al Grand Canyon, straordinario paesaggio statunitense che da sempre solletica i sogni dei viaggiatori più appassionati.
Eppure basterebbe recarsi nelle più vicine Marche per incontrare, seppure in versione più ridotta, una meraviglia naturalistica assai simile! Parliamo delle Marmitte dei Giganti.
Cosa tratteremo
Il leggendario Canyon del Metauro
Le Marmitte dei Giganti, chiamate anche Marmitte del Diavolo, indicano il Canyon del Metauro in località San Lazzaro, frazione di Fossombrone, in provincia di Pesaro-Urbino.
Si tratta di depressioni rocciose simili a pozzi profondissimi nati dall’opera erosiva dei fiumi nel corso dei secoli. Queste zone milioni di anni fa erano coperte sostanzialmente da ghiacci. Lo scioglimento degli stessi ha comportato lo scorrere delle acque alla velocità impressionante di 200km/h. Se alla loro forza impetuosa si aggiunge il fatto che nel flusso erano presenti ciottoli rocciosi, si capisce bene come Madre Natura abbia agito come un abile scalpellino.
Il risultato è fatto di falesie alte più di 300 mt e cavità naturali dove hanno trovato posto piscine naturali splendide! In queste acque cristalline si specchiano i cieli marchigiani e il canyon è punteggiato dalla vegetazione. A rendere ancora più suggestivo l’intero paesaggio è il fiume Metauro che attraversa il canyon con le sue acque blu.
Ma perché Marmitte dei Giganti? Secondo i racconti popolari, il nome deriva dal fatto che queste depressioni fumavano misteriosamente, apparendo quindi come marmitte usate dai giganti per cuocere i loro colossali cibi.
Alla scoperta delle Marmitte dei Giganti
Il posto perfetto per godere della visuale migliore sulle Marmitte dei Giganti è il Ponte di Diocleziano, anche chiamato Ponte dei Saltelli. Quest’ultimo appellativo è legato alla presenza, a monte della gola, di rapide e piccole cascate. È stato Mario Corrieri (come è sottolineato da una lapide posta proprio su uno dei piloni) a progettare il ponte ricostruito nel 1946, prendendo il posto di una costruzione più antica distrutta nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Il canyon del Metauro è preso d’assalto da canoisti e appassionati di kayak e rafting. Ma nei periodi in cui il fiume è in piena c’è sempre la possibilità di scoprire questa meraviglia naturale costeggiandola dai sentieri verdeggianti posti ai lati. Certo è sempre meglio abbigliarsi in maniera consona, soprattutto con scarpe gommate, per evitare scivoloni e bagni inaspettati.
Chi, invece, ama poco l’avventura può sempre raggiungere le spiaggette situate a valle della forra.
Il Parco delle Marmitte dei Giganti e il borgo di Fossombrone
Il canyon del Metauro sorge all’interno dell’omonimo parco naturale, a due passi da Chiavenna. Il modo migliore per scoprirne le sue bellezze è percorrere le mulattiere o quegli antichi sentieri che portavano dritti alle cave di pietra ollàre. Sono proprio i fenomeni geomorfologici a caratterizzare i paesaggi nati, come nel caso del Canyon del Metauro, dallo scioglimento dei ghiacci nel corso dell’ultima glaciazione.
Lungo i sentieri segnalati si possono, infatti, scorgere le cosiddette rocce montonate, dall’aspetto levigato e spesso recanti importanti incisioni rupestri. Nelle stesse cave di ollàre sono state rinvenute testimonianze antichissime della presenza umana in luogo ostile dal punto di vista naturalistico. Altrimenti dette trone, queste cave erano utilizzate per estrarre la pietra necessaria usata per costruire pentolame in uso non solo in Italia, ma in tutta Europa.
Il Parco delle Marmitte dei Giganti regala anche scenari più lussureggianti, con fitti boschi composti da aceri di montagna, frassini, castagni, carpini e ciliegi. Ma anche con qualche curiosa presenza esotica come il Cedro dell’Himalaya.
Ad appena 2km dalle Marmitte dei Giganti, sorge il borgo di Fossombrone, sito sull’antica Via Flaminia nella valle del Metauro e nota come la Città delle Tre Corti.
A dare il benvenuto al visitatore ecco il settecentesco Ponte della Concordia. Superata questa elegante opera con il suo arco a tutto sesto, si raggiunge il grazioso centro storico. Tra edifici risalenti al XV e al XVI secolo spiccano il Palazzo Cattabeni, il Palazzo Staurenghi e la seicentesca Chiesa di San Filippo. Qui è custodita la pala d’altare realizzata dal Francesco Guerrieri.